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La bella natura di Dono Salmaso

di Mario Dal Bello

Non cercare nella pittura di Salmaso significati misteriosi o reconditi. Non ci sono. O meglio non ci vogliono essere. I monti e i ruscelli, le foreste e le case, le “nature morte”, la gente e gli alberi: tutto ciò che forma il microcosmo di questo artista solo apparentemente ingenuo e naif, non ha bisogno di eccessi di commenti o di rimandi a simboli particolari.Il motivo è subito chiaro. Lo si comprende infatti nel porsi davanti a questa arte così come essa si mostra, nel suo dettato naturale, nel suo essere “vuota”, ossia pura. Sta la sua bellezza specifica nei colori densi, carichi di esistenza, di una passione sensibile, forte: certi gialli, certi azzurri e certi verdi sono parole allo stato puro, sono gravidi di luce.L’arte di Salmaso infatti è un viaggio, un itinerario di un animo curioso che osserva, contempla e soprattutto vive. Riassume dentro di sé emozioni, pensieri, fantasie che poi esplodono in luci colorate, in trasparenze ed anche in grida di entusiasmo.Queste immagini della natura che noi vediamo sono allora fotografie perfette di un tavolo, un pane, un lago così come appaiono?. Sono il frutto di uno sguardo semplice e nulla più?.Certo, ad una prima osservazione si individuano facilmente oggetti e nature anche nei dettagli così ben curati: strade, foglie, acque, nevicate, autunni, gente. Ma lo sguardo attento non può fermarsi qui, alla superficie, a soggetti usuali e noti. Esiste in questi lavori un quid inesprimibile ma autentico, un “oltre” a cui rimanda la poesia pura di queste opere con immediatezza, senza alcuna pretesa intellettualistica o simbolica. C’è anima, ed una anima appassionata, in questi dipinti.E’ un tipo particolare di bellezza che Salmaso individua, coglie, approfondisce e poi fluisce con” semplicità”, senza filtri. In realtà il filtro è già insito nel suo stesso modo di dipingere : stesure ampie, falcate di colore, luci già dentro la pennellata che parla da sola.Parla chiaro, subito, eppure anche si nasconde.Non bisogna infatti lascarsi ingannare dal suo presentarsi immediato come chiarezza tranquilla, come materia talora spugnosa, come colpi di pennello “spontanei”. Ciò che appare “semplice” e piacevole talora è più complesso di quanto sembri.E qui sta quel qualcosa di “nascosto” che l’arte di Salmaso sottende. E’ fatica, dubbio, forse anche dolore, tuttavia pacificato e che sgorga libero come mai avesse avuto una incrinatura. Di qui il linguaggio colloquiale, emotivo di Salmaso dove parlano il colore e la luce. Cioè la vita.Si entra allora in una sorta di incantamento - anche infantile nel senso più luminoso del termine – che fa stupire ogni volta che Salmaso lascia parlare l’ispirazione. Stupore dunque e meraviglia di un’arte leggera, bella, vissuta. In qualche modo trasfigurata. ​

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